Duca Guidobaldo II Della Rovere
Guidobaldo II Della Rovere (Urbino, 2 aprile 1514 – Pesaro, 28 settembre 1574) è stato un nobile, condottiero e mecenate italiano, Duca di Urbino dal 1538 al 1574.
Il padre Francesco Maria I aveva un celeberrimo zio, nientemeno che Giulio II (al secolo Giuliano della Rovere), ovvero il grande Papa mecenate che commissionò a Michelangelo la pittura della volta della Cappella Sistina e a Raffaello la pittura delle 4 Stanze Vaticane.
Guidobaldo II risultò una figura molto importante come Signore di Valfabbrica in quanto Duca di Urbino, poiché fu proprio al tempo della sua Signoria che venne concesso di “rinnovare” gli Statuti trecenteschi del castello.
Furono 4 i Massari di Valfabbrica incaricati alla preparazione delle Leggi: Ubaldo Scossi da Valcheriano, Giuseppe di Pasqualuccio, ser Maria Francisci e Adriano Betti.
Nello Statuto compaiono generiche forme di fedeltà contenute nei giuramenti prestati dai principali Magistrati (il Capitano e i Massari) ma non traspare alcuna ingerenza nella loro elezione da parte dei Duchi di Urbino.
Vi sono invece riferimenti alla Costitutiones Albornoziale del XIV secolo, per la riorganizzazione dello Stato della Chiesa dopo l’esilio avignonese.
La scrittura è una cancelleresca cinquecentesca abbastanza chiara, in volgare con qualche espressione del linguaggio più strettamente giuridico in latino, oltre naturalmente all’incipit dove compaiono i nomi di due Massari e del Duca di Urbino Guidobaldo II.
Le rubriche in totale sono 169 divise in 5 libri: il primo (39 rubb.) tratta degli uffici (capitano, massari, camerlengo, viarii, ecc.), il secondo (26 rubb.) delle cause civili, il terzo (39 rubb.) delle cause criminali, il quarto (32 rubb.) dei danni dati a beni del comune o di privati, il quinto (33 rubb.) degli straordinari, come ad esempio la proibizione del gioco o le norme relative ai fornai, macellai, ecc..
Il manoscritto originale è conservato nell’archivio storico comunale; nel 1983 lo storico archivista valfabbrichese Mario Gasperini ne fece una trascrizione completa, pubblicando con il Comune il volume “Lo Statuto di Valfabbrica del XVI secolo”.