San Francesco di Assisi

San Francesco di Assisi

San Francesco d'Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone (Assisi, 1182 – Assisi, 3 ottobre 1226), è stato un religioso e poeta italiano.

San Francesco, diacono e fondatore dell'ordine che da lui poi prese il nome, “Ordine Francescano”, è venerato come Santo dalla Chiesa cattolica e dalla Comunione anglicana; fu proclamato, assieme a Santa Caterina da Siena, patrono principale d'Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII.
Il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica.
 
Francesco, che aveva un fratello di nome Angelo, era figlio di Pietro di Bernardone e della nobile provenzale Madonna Pica, in una famiglia della borghesia emergente della città di Assisi che, grazie all'attività di commercio di stoffe, aveva raggiunto ricchezza e benessere.
Sua madre lo fece battezzare con il nome di Giovanni (dal nome di Giovanni Battista); tuttavia il padre decise di cambiargli il nome in Francesco, insolito per quel tempo, probabilmente in onore della Francia che aveva fatto la sua fortuna.
Inizialmente Francesco era alla continua ricerca della gloria, spinto dalla brama di diventare cavaliere.
 
Qualche anno dopo la guerra tra Assisi e Perugia, che si concluse con la disfatta degli assisani nella battaglia di Collestrada del 1202, quando anche il giovane venne fatto prigioniero, la sua vita cambiò radicalmente e si dedicò interamente alla spiritualità.
 
Ecco allora che un importantissimo riferimento storico e spirituale lega San Francesco al territorio di Valfabbrica.
 
Nel 1207, dopo la “spoliazione”, nel suo primo viaggio da “uomo nuovo” partì da Assisi con l’intento di raggiungere Gubbio, dove si trovava il suo amico Federico Spadalonga.
 
Quando si trovò in località Pioppo, a circa un Km e mezzo da Valfabbrica, venne assalito da uomini in arme in agguato per la depredazione e l’offesa.
Alla loro domanda: “chi sei?” Francesco rispose: “Sono l’araldo del gran Re” (riferendosi a Dio), così i briganti pensando che si stesse burlando di loro lo malmenarono.

Rialzatosi continuò il suo cammino, si trovò così di fronte al castello, ma subito dopo raggiunse l’abbazia benedettina di Santa Maria Assunta di Valfabbrica.

Lui sapeva che li appresso vi era il punto di guado sul fiume Chiascio, necessario da attraversare per continuare la via per Gubbio, ma l’intenso ed insidioso inverno gli “sbarrò” la strada: in quel momento infatti la zona del monastero era “interceptus aquis”, cioè assediata dalle acque straripate dal fiume, inondazioni dovute al disgelo delle grandi nevicate.

Così si fermò, bussò alla porta dell'abbazia, chiedendo l’elemosina dell’ospitalità e soggiornò per alcuni giorni al monastero benedettino, dove si narra che il priore Ugo non gli riservò una calorosa accoglienza, ma datogli un lenzuolo e un tozzo di pane lo fece lavorare in cucina.

Dopo qualche giorno, migliorato il tempo soprattutto per quanto riguarda la piena del fiume, Francesco lasciò il monastero di Valfabbrica e guadò il fiume Chiascio per riprendere il suo viaggio verso Gubbio.
 
Fu questo primo viaggio, da Assisi a Gubbio transitando per Valfabbrica, che diede origine al “Sentiero Francescano della Pace”.
 
Ancora oggi migliaia e migliaia di pellegrini percorrono il “Sentiero”, oggi parte della Via di Francesco, transitando quotidianamente per Valfabbrica che accoglie con cordialità e premura gli ospiti e i turisti nelle proprie attività ricettive.

IL  VERO VOLTO DI SAN FRANCESCO

Questo affresco fu realizzato nel 1223 da un anonimo nel convento di Subiaco (RM).
Francesco andò e si fermò per diverso tempo da quelli parti, anche perché era solito transitare nella zona del reatino, e così venne fortunatamente immortalato in questo dipinto come una "istantanea fotografica", cosicché oggi possiamo vedere il suo vero aspetto.

Non tutti conoscono questa storia, perché magari abituati a pensare all'immagine di San Francesco più conosciuta al mondo, ovvero quella dell'affresco di Cimabue nella basilica di Assisi, ma che fu realizzata alcuni decenni dopo la sua morte, pertanto non può essere proprio realistica.
Quella di Subiaco è invece un'immagine "autentica" perché realizzata dal vivo….